La notizia del rogo di Città della Scienza – avvenuto lo scorso lunedì 4 marzo – ha raggiunto senza limiti e frontiere un’intera comunità che ha, ancora oggi, impresso negli occhi l’inferno delle fiamme divampanti. Un evento dolo(ro)so che ha avuto una fortissima risonanza a livello nazionale e internazionale e ha scosso in maniera profonda le coscienze.
La Città della Scienza era e, ci auguriamo con forza, sarà presto di nuovo, una realtà unica, in cui divulgazione scientifica, ricerca, e anche divertimento e intrattenimento, si fondevano in un progetto di grandissima valenza sociale. Il premio Nobel Carlo Rubbia ha commentato la notizia dell’incendio con parole che sentiamo nostre: “... una città della scienza per definizione non ha limiti e non ha frontiere, il pensiero scientifico è un pensiero di apertura e di progresso ed è particolarmente in periodi di crisi e di debolezza che le risorse razionali e costruttive si devono mettere al servizio della società. Mi auguro che Vittorio Silvestrini mantenga il coraggio, l’entusiasmo e la lungimiranza che hanno caratterizzato il suo operato fino ad oggi e che dalle ceneri possa presto rinascere una nuova e più vigorosa realtà. È possibile che entro qualche anno la Città della Scienza risorga dalle ceneri: un grande movimento civile si può mobilitare intorno a questa importante sfida sulla via della conoscenza e del progresso.”
Non è evidentemente di questo avviso Camillo Langone - giornalista de “Il Foglio” - che ha pubblicato il 7 marzo l’articolo dal titolo “Dovevano bruciarla prima”.
A nome della Società Chimica Italiana, in qualità di membri del Comitato di Redazione, sentiamo con forza il dovere di esprimere sgomento e indignazione verso i commenti di Langone, che percepiamo animati da una prepotenza di spettacolarizzazione inutile e senza alcun valore per la società.
Escludendo a priori considerazioni e polemiche di carattere politico, ci limitiamo a puntualizzare alcuni aspetti specifici, che sono tuttavia largamente sufficienti a sottolineare il forte dissenso da parte della Società Chimica Italiana:
Alla luce di queste considerazioni, veramente vorremmo esclamare che “dovevano bruciarla prima” ... la velina dell’articolo di Longone! Prima che l’assurda fantasia prendesse corpo nero su bianco, e si concretizzasse in un articolo offensivo, triste e deprimente, che addirittura sembra adombrare un’irresponsabile apologia di attentati criminali.